lunedì 12 maggio 2014

SCEMO CHI ELEGGE

Dal momento che la politica è diventata (o più realisticamente è sempre stata) la mera amministrazione dei privilegi dei potenti unita al monopolio della violenza, noi già da tempo abbiamo deciso di andarcene al mare il giorno delle elezioni, perché le idee migliori ci vengono quando ragioniamo con le persone a cui vogliamo bene, e non quando siamo nella penombra castrante di una cabina elettorale. Non sappiamo più cosa farcene dei vostri diritti, visto che sono diventati merce di scambio nei confronti di un’ esistenza subdolamente schiavizzata.

Se almeno in città si godono per una serata il divertimento, qui in provincia arriva subito il mal di stomaco della mattina dopo, senza il problema di scordarsi quello che è accaduto perché tanto non l’abbiamo mai vissuto. Tutto appare confuso, filtrato in un immenso calderone di paure, perché si ha sempre paura di quello che non si riesce a comprendere. E’ la patria degli egoismi più biechi, delle falsità più evidenti, dei moralismi più interessati, dove troppo benessere ha assopito la nostra capacità di immaginare un’alternativa. Il quotidiano assume la forma di una caricatura pubblicitaria, in un perverso sforzo per assomigliare a quello che il flusso mercantile vuol farci diventare. I rapporti sociali sono mediati da consuetudini tecnologicamente inutili, mentre i nostri desideri rimangono sfocati nel dimenticatoio dell’esistente. Le parole sincere si strozzano in gola e i silenzi aumentano l’incertezza e allontanano le persone, fino a quando il conflitto si risolverà negativamente con accessi di rabbia distruttiva. La necessità di sopravvivere con l’aggravante di un salario elargito come un’elemosina, occupa la maggior parte del nostro giorno, ci viene negata deliberatamente la possibilità di poter pensare alla nostra condizione di sfruttati e quindi di migliorarla. Provate ad entrare in un supermercato e guardarvi intorno: se eliminate le merci delle quali non avete effettivo bisogno, vi accorgerete che le poche che rimangono potreste farle da voi se solo avreste il tempo di poterle fare, invece di partecipare controvoglia alla loro produzione per il mercato che, dopo avervi stritolato le energie, ti rivende quello che hai prodotto, maggiorato dei costi di imballaggio e trasporto, che prevedono lo sfruttamento di altre persone.